Domande frequenti
La prima cosa da ricordare è che anche se le E-bike hanno un motore, sono biciclette. Per la legislazione europea, una bici elettrica deve avere un motore con una potenza massima di 250 W, che assiste la bici elettrica fino a una velocità massima di 25 km/h oltre i quali il motore si ferma. Se il supporto del pedale permette di andare oltre questi limiti, la bici diventa una cosiddetta “speed pedelec” che sono categoria a parte e hanno bisogno di una omologazione a parte.
Sfatiamo subito la falsa credenza per cui “con una eBike non si fa fatica”, perché non è assolutamente vero. Dal motore riceviamo sì dell’assistenza ma che non sostituisce mai al 100% il nostro sforzo. Certo con la bicicletta elettrica si fa meno fatica che con una muscolare a parità di distanza, ma se raddoppiamo la distanza otteniamo lo stesso sforzo fisico della bici muscolare. Anzi, con una bici elettrica il movimento del pedale è più costante, ci sono meno strappi, risultando meno traumatico.
Detta diversamente, quanta strada (km) possiamo percorrere prima che la batteria si scarichi del tutto? Il valore dichiarato all’acquisto è indicativo perché dipende da molti fattori. L’autonomia in primo luogo è determinata dalla quantità di energia che la batteria contiene (una batteria di 500 nm sarà più capiente rispetto ad una da 250nm e permetterà di fare più chilometri). Ma l’autonomia dipende anche da molti altri fattori. L’attrito dei copertoni sul terreno e l’impatto con l’aria. Pensate che con una city eBike in assenza di vento, a 25 km/h, più del 50% della forza motrice serve per vincere l’attrito dinamico con l’aria stessa.
Un peso maggiore sulla bicicletta elettrica contribuisce a diminuire l’autonomia perché aumenta l’attrito volvente. E poi il livello di assistenza scelto influenza profondamente l’autonomia residua della bicicletta elettrica. Altro fattore è la pendenza del percorso, un’altra condizione che influenza l’autonomia. Il percorso in salita consuma molta più energia di un percorso pianeggiante.